Sin
dalla giovinezza, Cavallo Pazzo sapeva che il mondo in cui vivono
gli uomini è solo un'ombra del mondo reale. Per entrare
nel mondo reale doveva sognare e quando vi si trovava ogni cosa
sembrava ondeggiare e saltare: questo avveniva perché si
chiamava Cavallo Pazzo. Egli aveva appreso che se sognava sè
stesso nel mondo reale prima di partecipare a un combattimento,
avrebbe potuto sopportare qualunque cosa.
"Non si vende la terra sulla quale la gente cammina".
Quella non era la sua gente, quello non era il popolo di guerrieri
al quale egli sognava di appartenere. I suoi Oglala e i suoi Lakota
Sioux tutti avevano venduto l'anima al Ues'ichu per una ciotola
di caffè, un barile di wisky e un trucco per bambini.
Nuvola Rossa è inviato da Tre Stelle Crook a Cavallo Pazzo
con una promessa di una riserva nel territorio del fiume Powder.
L'ultimo dei capi di guerra Sioux divenne così un indiano
delle riserve, disarmato, appiedato, senza alcuna autorità
sul suo popolo, prigioniero dell'esercito che non lo aveva mai
sconfitto in battaglia.
Il 31 Agosto, il giorno in cui questi ex guerrieri Sioux indossarono
le uniformi delle Giacche Blu e partirono, Cavallo Pazzo fu preso
da un tale disgusto che disse che avrebbe raccolto la sua gente
e sarebbe tornato al Nord, nel territorio del fiume Powder. Lo
arrestarono. Cavallo Pazzo guardò fisso il poliziotto dell'agenzia:
era Piccolo Grande Uomo, che aveva combattuto al fianco di Cavallo
Pazzo sui pendii ghiacciati dei monti Wolf contro Cappotto D'Orso.
Ora i bianchi avevano comprato Piccolo Grande Uomo e ne avevano
fatto il poliziotto di un'agenzia. Mentre Cavallo pazzo camminava
fra di loro e lasciava che il capitano e Piccolo Grande Uomo lo
conducessero dove volevano deve aver sognato sè stesso
nel mondo reale, di sfuggire all'oscurità del mondo delle
ombre in cui tutto era follia.
Cavallo Pazzo morì quella notte, ucciso, il 5 Settembre
del 1877, all'età di trentacinque anni. |