Simm comm a l'ali e na palomma, sule stann astritte riuscimmo a vulà
CULTURA


TERRA MADRE
Giunti, Slow Food editore, 2009

Carlo Petrini

COLTURA
Una cosa di cui sono convinto è che questa crisi porterà ad avere molto più rispetto per l'economia rurale. Vi sarà molta più attenzione per l'agricoltura, l'economia reale, quella vera, quella con i piedi per terra e con le mani callose: ciò che voi rappresentate. Torneremo a valutare i lavori manuali, la sapienzialità che si portano appresso, l'artigianato, la piccola produzione manifatturiera. Torneremo ad avere attenzione per chi lavora la terra, un grande interesse per le nuove tecnologie al servizio della sostenibilità, dell'ambiente, della qualità di vita....senza trasporti lunghi, senza la refrigerazione, senza l'imballaggio...senza l'immagazzinamento...si evita lo spreco...I contadini non buttano via niente...Andate a lezione dai contadini...Terra Madre è la rete mondiale delle comunità del cibo...Il cibo oggi è prodotto soprattutto per essere venduto, non per essere mangiato. Ridurre il nostro rapporto con ciò che mangiamo quasi esclusivamente a una serie di operazioni di mercato è sia la causa sia l'effetto di un sistema che ha tolto valore al cibo e ha tolto significato alle nostre vite...La negazione del piacere infatti nega l'abilità dei nostri sensi, quindi anche la facoltà di capire e scegliere di conseguenza...Il piacere non è elitario, è un diritto, e va tutelato promuovendolo, conoscendolo, rendendolo davvero alla portata di tutti...Una volta le campagne erano un'oasi per il cittadino che volesse sfuggire all'inquinamento, oggi molte aree del pianeta sono diventate pericolose per la salute, soprattutto nei momenti in cui si fertilizza o si fanno trattamenti anti-parassitari...E non è un caso che le tecnologie per fare pesticidi, provengano tutte dall'industria bellica...Per far sì che mangiare il cibo torni a essere una frase attiva, deve nascere un'alleanza, un accordo tra chi lo coltiva e chi poi lo mette in pancia...Tutti coloro che sono coinvolti primariamente nella creazione del cibo devono tornare a essere "sovrani": devono poter decidere cosa seminare nei campi, quali animali mettere nelle stalle e nei pascoli, quale varietà, razze e tecniche utilizzare. Devono poter vedere rispettate le loro tradizioni culturali e l'ambiente locale..La Terra, a sua volta, deve essere rispettata nei suoi cicli e nella sua rigenerabilità....In fondo parrebbe la cosa più normale: ho un campo, ci coltivo quello che cresce meglio, le varietà locali, e lo faccio per me e per la mia famiglia prima di tutto, dopodiché posso vendere quello che produco in più, perché ci sono persone sul mio territorio e nei territori vicini che apprezzano il mio lavoro, la mia cura nel produrre il cibo e mi pagano il giusto....Gli intermediari che si trovano in mezzo al percorso che il cibo fa dal campo alla tavola, hanno stravolto questi significati, li hanno plasmati in funzione del loro profitto e ci costringono a rivendicare cose che dovrebbero essere normali. Prendiamo per esempio il concetto di "biologico" è una sorta di controsenso: dobiamo certificare ed etichettare il naturale, ciò che cresce senza additivi, su terreni fertili e puliti; ciò che dovrebbe essere la norma, perché la Natura funziona così. Invece, assurdamente, è diventata l'eccezione da certificare, mentre il resto, viziato da ogni sorta di artifizio e immissione esterna nel ciclo naturale, si è trasformato nel "normale"...Mai nella storia della Terra abbiamo assistito, come in questo periodo, alla devastazione di terreni e falde acquifere, alla privatizzazione di risorse che dovrebbero essere pubbliche, come le fonti d'acqua e gli acquedotti, a uno sfruttamento e inquinamento dei mari tale da mettere a rischio l'esistenza di intere specie di cui ci cibiamo...Oggi, in molti luoghi che vengono dipinti come "sottosviluppati" vige ancora un'agricoltura minima, di sussistenza, il cui prodotto è destinato tutto all'autoconsumo...Proprio quello degli orti, di vario tipo - per la sussistenza, scolastici, intergenerazionali - pare essere al momento uno degli strumenti migliori per ricostruire questo grado minimo di sussistenza un po' ovunque nel mondo, a tutte le latitudini e in tutti i contesti possibili...Nel "Manifesto sul futuro del cibo", si cita una ricerca del 2006 che ha preso in esame oltre 200 progetti di agricoltura sostenibile in 52 Paesi...è emerso che le pratiche sostenibili possono condurre a "sostanziali aumenti" della produzione. Alcuni produttori di base hanno realizzato guadagni del 150% in più grazie ai loro metodi sostenibili. Con costi che sono di gran lunga inferiori a quelli della produzione convenzionale.... Con lo sviluppo dell'ingegneria genetica a partire dagli anni '80, la pratica del brevetto sulle sementi si è generalizzata, portando a vere e proprie aberrazioni tecnologiche, come il seme "Terminator", progettato per non riprodursi e dare un solo raccolto, in modo da impedire che i coltivatori potessero rigenerare autonomamente i semi di anno in anno...Riappropriamoci dei sensi per capire cosa è buono e conoscere meglio quello che ci circonda, riappropriamoci della realtà. Facciamo come le comunità del cibo, adottando uno stile di vita che si può praticare ovunque...e la cosa più bella è che non costa fatica: tutta l'energia che ci metteremo, sarà restituita nella forma del piacere di vivere.

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Crediti e Contatti
© 2010 Francesca Picone