Una
cosa di cui sono convinto è che questa crisi porterà
ad avere molto più rispetto per l'economia rurale. Vi sarà
molta più attenzione per l'agricoltura, l'economia reale, quella
vera, quella con i piedi per terra e con le mani callose: ciò
che voi rappresentate. Torneremo a valutare i lavori manuali, la sapienzialità
che si portano appresso, l'artigianato, la piccola produzione manifatturiera.
Torneremo ad avere attenzione per chi lavora la terra, un grande interesse
per le nuove tecnologie al servizio della sostenibilità, dell'ambiente,
della qualità di vita....senza trasporti lunghi, senza la refrigerazione,
senza l'imballaggio...senza l'immagazzinamento...si evita lo spreco...I
contadini non buttano via niente...Andate a lezione dai contadini...Terra
Madre è la rete mondiale delle comunità del cibo...Il
cibo oggi è prodotto soprattutto per essere venduto, non per
essere mangiato. Ridurre il nostro rapporto con ciò che mangiamo
quasi esclusivamente a una serie di operazioni di mercato è
sia la causa sia l'effetto di un sistema che ha tolto valore al cibo
e ha tolto significato alle nostre vite...La negazione del piacere
infatti nega l'abilità dei nostri sensi, quindi anche la facoltà
di capire e scegliere di conseguenza...Il piacere non è elitario,
è un diritto, e va tutelato promuovendolo, conoscendolo, rendendolo
davvero alla portata di tutti...Una volta le campagne erano un'oasi
per il cittadino che volesse sfuggire all'inquinamento, oggi molte
aree del pianeta sono diventate pericolose per la salute, soprattutto
nei momenti in cui si fertilizza o si fanno trattamenti anti-parassitari...E
non è un caso che le tecnologie per fare pesticidi, provengano
tutte dall'industria bellica...Per far sì che mangiare il cibo
torni a essere una frase attiva, deve nascere un'alleanza, un accordo
tra chi lo coltiva e chi poi lo mette in pancia...Tutti coloro che
sono coinvolti primariamente nella creazione del cibo devono tornare
a essere "sovrani": devono poter decidere cosa seminare
nei campi, quali animali mettere nelle stalle e nei pascoli, quale
varietà, razze e tecniche utilizzare. Devono poter vedere rispettate
le loro tradizioni culturali e l'ambiente locale..La Terra, a sua
volta, deve essere rispettata nei suoi cicli e nella sua rigenerabilità....In
fondo parrebbe la cosa più normale: ho un campo, ci coltivo
quello che cresce meglio, le varietà locali, e lo faccio per
me e per la mia famiglia prima di tutto, dopodiché posso vendere
quello che produco in più, perché ci sono persone sul
mio territorio e nei territori vicini che apprezzano il mio lavoro,
la mia cura nel produrre il cibo e mi pagano il giusto....Gli intermediari
che si trovano in mezzo al percorso che il cibo fa dal campo alla
tavola, hanno stravolto questi significati, li hanno plasmati in funzione
del loro profitto e ci costringono a rivendicare cose che dovrebbero
essere normali. Prendiamo per esempio il concetto di "biologico"
è una sorta di controsenso: dobiamo certificare ed etichettare
il naturale, ciò che cresce senza additivi, su terreni fertili
e puliti; ciò che dovrebbe essere la norma, perché la
Natura funziona così. Invece, assurdamente, è diventata
l'eccezione da certificare, mentre il resto, viziato da ogni sorta
di artifizio e immissione esterna nel ciclo naturale, si è
trasformato nel "normale"...Mai nella storia della Terra
abbiamo assistito, come in questo periodo, alla devastazione di terreni
e falde acquifere, alla privatizzazione di risorse che dovrebbero
essere pubbliche, come le fonti d'acqua e gli acquedotti, a uno sfruttamento
e inquinamento dei mari tale da mettere a rischio l'esistenza di intere
specie di cui ci cibiamo...Oggi, in molti luoghi che vengono dipinti
come "sottosviluppati" vige ancora un'agricoltura minima,
di sussistenza, il cui prodotto è destinato tutto all'autoconsumo...Proprio
quello degli orti, di vario tipo - per la sussistenza, scolastici,
intergenerazionali - pare essere al momento uno degli strumenti migliori
per ricostruire questo grado minimo di sussistenza un po' ovunque
nel mondo, a tutte le latitudini e in tutti i contesti possibili...Nel
"Manifesto sul futuro del cibo", si cita una ricerca del
2006 che ha preso in esame oltre 200 progetti di agricoltura sostenibile
in 52 Paesi...è emerso che le pratiche sostenibili possono
condurre a "sostanziali aumenti" della produzione. Alcuni
produttori di base hanno realizzato guadagni del 150% in più
grazie ai loro metodi sostenibili. Con costi che sono di gran lunga
inferiori a quelli della produzione convenzionale.... Con lo sviluppo
dell'ingegneria genetica a partire dagli anni '80, la pratica del
brevetto sulle sementi si è generalizzata, portando a vere
e proprie aberrazioni tecnologiche, come il seme "Terminator",
progettato per non riprodursi e dare un solo raccolto, in modo da
impedire che i coltivatori potessero rigenerare autonomamente i semi
di anno in anno...Riappropriamoci dei sensi per capire cosa è
buono e conoscere meglio quello che ci circonda, riappropriamoci della
realtà. Facciamo come le comunità del cibo, adottando
uno stile di vita che si può praticare ovunque...e la cosa
più bella è che non costa fatica: tutta l'energia che
ci metteremo, sarà restituita nella forma del piacere di vivere.
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