Noi
che abbiam seguito le orme dei nostri padri abbiamo trovato
un pozzo,
noi carcerati nella moltitudine ammassata abbiam creduto al
carcere come a un punto d'onore, prima di entrarvi,
noi esuli dell'ultima ora sapevamo l'Italia una striscia di
terra buona, piena di porti per attraccare,
noi soldati dell'amor di patria pensavamo che le cartoline
dei nostri cari ci avrebbero fatto sentire come i nostri nonni,
prigionieri o partigiani, invece: il sudiciume umano della
sporca guerra rendeva la voce che al telefono salutava i cari,
una impietosa lagna piena di vergogna
noi che abbiamo la pelle rossa chiediamo ai riti che la dipingono
di conservare memoria dei nostri antenati guerrieri, dei boschi
dove cacciare, dei fiumi dove lavare, ma poi ci riveliamo
blasfemi nella vita che facciamo, nudi come la terra arida
incolore e deserta, che ci imprigiona
noi laureati pompiamo curriculum che non esistono, ci raccomandiamo
a esperienze che non ci hanno umanizzato, sfoderiamo una sapienza
che nessuna scuola ci ha consegnato.
Noi che cercammo di essere attori sui palchi del mondo giusto,
ci siamo traditi e ritrovati ingiusti, ed ora non sappiamo
dove andare.
Dal mare che bagnò i sogni fanciulli, siam passati
oltre il confine, nella stanza senza porte dove non c'è
cittadinanza.
Per questo cadiamo, sperando poi di salire in alto, come se
la morte non fosse altro che un trampolo, inedito trucco per
evitare la discesa in questo pianeta terra, che pur ci toccava.
CRONACHE
Nel
carcere abruzzese si sono tolti la vita in 11 negli ultimi
10 anni
Il detenuto era appena rientrato da un permesso
Sulmona,
ancora un suicidio in carcere
Il sedicesimo caso dall'inizio del 2010
in
provincia dell'Aquila. Romano Iaria, 54 anni, di Roma, si
è tolto la vita la scorsa notte. Gli agenti penitenziari
lo hanno trovato impiccato con un lenzuolo alla grata della
sua cella alle 4 di questa mattina, ormai esanime. Vedovo,
senza figli, era uscito in permesso alle 14 di ieri per poi
rientrare dopo un'ora. E si aggiornano le cifre: quello di
Iaria è il sedicesimo suicidio dietro le sbarre del
2010, ma anche l'undicesimo avvenuto nel carcere di Sulmona
negli ultimi 10 anni. Numeri che innescano inevitabilmente
nuove denunce.
TRATTO DA: L'Unità
Il dossier: salvate il soldato ryan boom di
suicidi nell'esercito americano?
di Marina Mastroluca
Depressi in divisa Trentadue suicidi in giugno,
80 nei primi sei mesi del 2010. Centossessanta tra l'ottobre
2008 e il settembre 2009. Una media di 20,2 ogni 100.000 militari,
contro il 19,2 registrato tra i civili. L'esercito Usa sta
male e si vede: 1713 tentati suicidi nei 15 mesi presi in
esame, 146 morti dovute a comportamenti a rischio, come l'abuso
di droghe. Un soldato su tre ricorre all'uso di farmaci antidepressivi,
ansiolitici o antidolorifici. L'uso degli antipressivi in
particolare è triplicato negli ultimi cinque anni.
Sono anche aumentati i reati in divisa: 5000 in più
ogni anno che passa, per il 2010 la previsione è di
55.000 crimini variamente declinati. Più reati, più
violenza, più autolesionismo, più dipendenza
da droghe di vario genere.
L'Unità martedì
5 ottobre 2010
Laureato in economia. Finito il lavoro in un
call center non era riuscito a trovare altro.
Ieri stava tornando a casa a mani vuote. Vicino ad Ostuni
ha deciso di togliersi la vita.
Disoccupato da tempo muore gettandosi dal treno
Aveva trentotto anni e una laurea in economia e commercio.
Si dava da fare come poteva. Aveva fatto l'operatore in un
call center. Ma era rimasto senza lavoro. E non riusciva a
trovarne un altro.