Simm comm a l'ali e na palomma, sule stann astritte riuscimmo a vulà
CULTURA


16 Marzo 2010 La Repubblica - Politica

COLTURA
 

ROMA - La commissione di Vigilanza Rai non cambia idea. I talk show restano sospesi. A San Macuto la maggioranza è compatta, l'opposizione continua invano a chiedere che il Cda Rai riveda il regolamento. Ma ormai la decisione è presa: niente dibattiti sulla Rai fino alle elezioni Regionali

La giornata si chiude con un comunicato scoraggiato del presidente Garimberti: "Mi spiace che la vicenda della sospensione dei talk show sia stata sintetizzata come uno scontro tra me e il Presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli. Ho molto rispetto per il Presidente e per il suo ruolo. Sia io che lui volevamo la stessa cosa: i talk show in onda. Non è stato possibile e, come è sotto gli occhi di tutti, non è dipeso nè dalla mia nè dalla sua volontà".

La giornata. In mattinata proprio Garimberti aveva fatto un appello alla Vigilanza, a maggioranza Pdl: "Mi aspetto che batta un colpo. Questa storia di rimpalli comincia dal regolamento, che è illegittimo, formulato in modo sbagliato e che presenta profili di incompatibilità con la legge del 2000''. Quindi, che il colpo sia chiaro, netto e definitivo affinché questa storia finisca una volta per tutte. Ci sta tormentando da troppo tempo".

"Lo stop dei talk rende un pessimo servizio alla Rai, all'informazione e agli utenti. Ma la colpa non è solo dalla Rai è ab origine e quindi è del regolamento. Quando ci viene detto da Beltrandi che potevamo andare in onda lo stesso, io rispondo che sì lo potevamo fare ma a rischio. Troppo facile dire 'potevate andare in onda con il rischio'".

Passano poche ore, e dalla Vigilanza arriva la conferma che non c'è in vista alcun cambio di rotta. L'orientamento emerge nel corso dell'audizione del direttore generale della Rai Mauro Masi. Indietro non si torna. I talk del servizio pubblico non ripartono.


Zavoli: "Basta rimpalli". "L'opinione pubblica giudica stucchevole questo rimpallo sul regolamento per la par condicio, una querelle, un ribollire di cose, che riproducono sempre la stessa situazione senza venire a capo di nulla" commenta il presidente della commissione, Sergio Zavoli. Ribadendo che "il regolamento non giustifica l'idea che si possa mettere la mordacchia alle trasmissioni di approfondimento politico" e ricordando che "la Vigilanza aveva già battuto un colpo, chiedendo ai vertici dell'azienda di simulare con urgenza un palinsesto che salvasse i talk show".

La mediazione fallita. Zavoli avrebbe tentato anche un estrema mediazione, poi fallita. Secondo quanto riferito da alcuni parlamentari il presidente aveva proposto di votare un documento interpretativo del regolamento. Una proposta bocciata in quanto non era stata formalizzata nè messa all'ordine del giorno. La maggioranza, quindi, è rimasta compatta sul non modificare nulla.

Masi minimizza. Con lo stop ai talk show "la Rai non perde un euro, perché gli inserzionisti recupereranno con gli spazi pubblicitari in altri orari" e in ogni caso "l'azienda nel suo complesso stravince negli ascolti". Mauro Masi smentisce ricadute negative per il servizio pubblico. Minimizzando lo stop ai talk: "Non è vero che sono stati sospesi tutti gli approfondimenti ma solo quelli in diretta che l'applicazione del regolamento rendeva impossibili: infatti Report va in onda, e così anche Parla con me e in radio Un giorno da pecora".

Il ricorso dei consumatori. Per la mancata fornitura del servizio pubblico d'informazione con lo stop ai talk show in periodo pre-elettorale, Altroconsumo ha deciso di portare avanti una class action contro la Rai e chiede il risarcimento del danno subito dagli utenti che non possono fruire del servizio pubblico d'informazione. "Gli utenti pagano il canone per un servizio d'informazione - si legge nella nota -. Servizio che è stato sospeso arbitrariamente per decisione del CdA Rai e che invece può essere fornito dalle emittenti private, dopo la bocciatura del Tar Lazio del provvedimento Agcom per Sky, La7 e Mediaset". In oltre 5mila hanno firmato la petizione per la sospensione del pagamento del canone tv a sostegno della richiesta di Altroconsumo di ripristino dei programmi d'informazione e in difesa dell'articolo 21 della Costituzione. Dalla petizione ora si passa alla class action.


TORNA SU

Crediti e Contatti
© 2010 Francesca Picone