Madame Ba
di Erik Orsenna, edito da Tea, Milano. www.tealibri.it
Un libro che si apre con una mappa, quella dell'Africa dei fiumi, Senegal e Niger. Questo libro è un essere vivo che ama il proprio paese e ancora di più il fiume Senegal, perché ogni essere umano ha il suo corso d'acqua, il suo grande fratello che lo porta al mare, ma non concepisce l'amor di patria, né il concetto di nazione, è ambientato per lo più in Mali, ed è scritto come una lettera da inviare al Presidente della Repubblica Francese. La scrive una donna, più che alta, gigantesca; suo figlio è stato colpito dalla malattia della partenza, una malattia che ha contagiato gran parte della sua famiglia, come la mania della bussola di indicare sempre e solo il Nord. Il racconto della famiglia e degli antenati è intrecciato con l'oggi, e i fiumi parlano. Un padre può essere un paese. Il linguaggio ha la stessa ironia provocante, con dentro la stessa semplice e concreta verità, delle lettere che un tempo gli indiani d'America mandavano ai capi bianchi. La donna ha bisogno di un visto per raggiungere il figlio, sequestrato da due reclutatori di sportivi, le viene negato, è per questo che, aiutata dal suo paziente avvocato, scrive questa lunga lettera -ricorso.
La mappa dell'Africa dei fiumi è seguita da un'altra mappa: il formulario di richiesta di visto. Due paginette diventano un libro di 422 pagine. Ogni casella riempie pagine e pagine, perché, come dice questa energica donna, come posso farle capire la rispettabilità della nostra famiglia senza accennare alla storia del coccodrillo?...Senza questa conoscenza basilare, tutti gli altri dati che potrei scrupolosamente fornirle, i miei cognome, nomi, data e luogo di nascita, non avrebbero più senso delle sillabe buttate al vento da qualche ubriaco colpito da amnesia. Così comincia una lunga serie di storie che riempiono il formulario e svelano un luogo, nei retroscena dell'immigrazione, annullando come una beffa tutti i preconcetti buonisti o razzisti di chi in questo luogo non è nato, in modo tale che questo libro, scritto da un francese, Erik Orsenna, sembra in realtà scritto da mani di donna africana. Continua imperterrita: Quanto al mio sesso, come riassumerlo con una semplice croce inserita nella casella M o F?...La vita è una signor presidente. Chi la fa a pezzetti troppo piccoli non riesce a coglierne il volto.
Le storie sono più di quello che raccontano, a volte svelano un mistero, come l'origine del deserto, e la funzione dell'acqua, guaritrice della solitudine. A volte svelano un pregiudizio e rimettono le vite al loro giusto posto. A volte svelano gli ingranaggi di un imbroglio; cos'è il co-sviluppo? Questo libro, conti alla mano, ci spiega come funziona, e cosa rimane: a volte, quando mi prende una rabbia inspiegabile, faccio visita al raccordo rosicchiato. A volte mettono a nudo le intenzioni dei visitatori. Le storie raccontate non hanno freni, né pudore, né compassione per gli animi sensibili e suscettibili, non ne hanno per la rassegnazione degli animi realisti: Ahimé è la parola più inutile della lingua. Ahimé è l'inno degli impotenti. Come il fiume Senegal, questo libro-annuncio continua a scorrere, nonostante le nostre sventure.
Io pensavo che l'Africa era il regno dei grandi spazi e quindi delle celestiali solitudini, invece, qui, scopro che la solitudine è rara in Africa. Pensavo a questa grande nazione di poveri come un unico parco verde, finché i miei occhi Scoprivano la strana legge della nostra Terra: più i paesi sono poveri, più numerose sono le auto, quantomeno gli scassoni che le sostituiscono. Non sapevo, finché non ho letto le parole di questa donna, in che modo si sopravvive alla ferocia dell'infibulazione: quel giorno, in mezzo alle mie cosce, il mio sesso si è trovato dimezzato. La ferocia dei costumi civili diventa una beffa insensata quando si sposta da un luogo a un altro: cosa devo mettere dopo la F? <<50%>> . O <<30%>>, o <<75%>>: tutto dipende dal valore che si attribuisce a ciò che mi è stato tolto.
Questo libro, sin dal racconto della nascita di questa femmina, è maestro nella descrizione dei profumi: è il mio naso e soltanto questo che devo ringraziare se sono nata … avevo appena catturato un sentore nuovo. Forte, salso, ampio come il vento e come esso sovrano, manifestamente sdegnoso della folla delle piccole emanazioni locali. Come resistere a quel soffio che suonava come un richiamo? … In me c'era una sola ossessione: identificare quel sentore che mi aveva fatto tuffare nella vita. Quella ricerca mi tenne impegnata per sedici anni.
Fino al momento in cui, ancora una volta, tesi il dito, indicai l'aria:
"Ecco, questa magnifica raffica di sale, da dove viene?
"Ma dal mare, Marguerite! Essa sa che noialtri del Mali siamo prigionieri in mezzo alle nostre sabbie. Allora, ogni tanto, ci manda un segno".
Questo libro sembra non essere il frutto di un'invenzione, ma di una trovata geniale. In più, grazie a questa donna, so fino a che punto si può rimanere fedeli a se stessi, e come rapportarsi con il dolore: "Il dolore porta consiglio"… "Hai capito, Madame Ba? Non guarisce, il dolore, non salva, non impone. Si limita a consigliare. Il dolore è timido. Ha l'ostinazione dei timidi".
Infine a tutto, nonostante l'amaro gusto della realtà, mi rimane il sentore della libertà: Uccelli e musica si somigliano: sono la libertà stessa. Melodie e voli appartengono alla stessa famiglia, quella degli imprendibili. Le parole possono catturare tutto nelle loro maglie sottili, raccontare tutto, meno che la libertà.