Finocchietto selvatico, non solo un digestivo. Studi scientifici e composizione chimica del suo olio essenziale
I componenti chimici più diffusi e ritrovati nell’olio essenziale di finocchietto sono (secondo il manuale di Rodolphe Balz, Il potere curativo degli oli essenziali): canfene, d-alfa-fellandrene, dipentene o limonene (idrocarburi terpenici), d-fencone (chetone), anetolo, metilcavicolo (eteri aromatici).
Troviamo quindi il potere antinfiammatorio ed antispasmodico dei terpeni, quello rigenerante, antalgico, antimicrobico, antivirale, fungicida e antiparassitario dei chetoni (che secondo più di uno studio sono anche anticancerogeni), e un ulteriore rafforzamento all’attività antinfiammatoria con gli eteri aromatici, che aggiungono proprietà anticongestionanti, sedative e riequilibranti. Si può quindi affermare con completa certezza il potere antinfiammatorio ed antalgico dell’olio essenziale di finocchietto. Allo stesso tempo è utile l’avvertimento di prestare attenzione al suo dosaggio perché in alte dosi può risultare irritante e anestetizzante (per il contenuto di eteri) e neurotossico (per il contenuto in chetoni). Pur tuttavia i componenti trovati in questo olio essenziale sono molti di più. In uno studio (https://thesis.unipd.it/retrieve/e9be9e34-8f16-4c39-bb11-9a05c220f1eb/DallaLibera_Alessandro.pdf) sono stati trovati più di 87 composti volatili. Come per tutti gli oli essenziali la disposizione di questi varia a seconda del clima, della posizione geografica, del tempo di raccolta e del metodo di estrazione (la comune distillazione in corrente di vapore risulta il migliore). Il trans-anetolo per essere rilevante richiede una presenza circa dell’80%. Tra le proprietà di questo olio essenziale sono state rilevate come degne di rilievo quelle antiossidanti, più forti anche dei composti sintetici in commercio, ma anche quelle antimicotiche ed antimicrobiche nei confronti di molti microrganismi batterici e patogeni di origine alimentare. A differenza degli antibiotici che ammazzano tutto, il lavoro che fanno queste componenti nell’olio essenziale è selettivo, rivolto solo alle cellule infette. Ce ne offre dimostrazione questo studio: “il meccanismo d'azione dell'olio essenziale avviene creando una rottura della membrana cellulare andando a danneggiare la sua permeabilità portando alla fuoriuscita di elettroliti e la perdita di proteine e zuccheri riducenti. Questi cambiamenti portano alla decomposizione cellulare e alla morte che corrisponde a una riduzione del numero di batteri vitali” … “L’insieme di questi risultati della letteratura hanno convalidato gli usi tradizionali del Foeniculum vulgare nei disturbi infettivi come dolori addominali, antiemetico, artrite, congiuntivite, stipsi, depurativo, diarrea, dieresi, febbre, flatulenza, gastralgia, gastrite, insonnia, colon irritabile, ulcera alla bocca, mal di stomaco, disturbi respiratori, malattie della pelle”.






